Via dall'inferno (Italian Edition) by Miss Black

Via dall'inferno (Italian Edition) by Miss Black

autore:Miss Black [Black, Miss]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2013-10-31T23:00:00+00:00


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La evitò per tutto il giorno successivo. Si sentiva febbricitante, sempre prossimo al panico, ma si trascinò tra i suoi impegni come meglio poteva. Crimini che sembravano piuttosto irrilevanti, tutto sommato: traffico internazionale di droga, ricatti, omicidi...

Alla sera, si chiuse nel suo studio e guardò su internet. Potevi trovare qualsiasi cosa, su internet. Scemo lui a non averci pensato.

Wikipedia diceva:

“Sadismo: piacere derivante dall’atto di infliggere dolore, brutalità, degradazione, umiliazione, o dal vedere crudeltà inflitte agli altri”.

Sì, be’, fin lì ci era già arrivato. In quanto al masochismo, era il contrario: ai masochisti piaceva farsi fare male.

Solo che a Kate non piaceva, quindi doveva essere un altro tipo di patologia, no?

Vagamente nauseato, spense il computer e si mise a letto.

Come in fondo si aspettava, lei arrivò un’oretta più tardi. Aprì la porta e scivolò dentro. Flint la guardò avvicinarsi al letto, vestita da notte. Poteva evitarla durante il giorno, ma alla sera era più difficile. Forse avrebbe dovuto iniziare a chiudersi a chiave.

«Norman» disse lei.

«Kate» sospirò lui. Con una fitta di orrore si rese conto che aveva dei segni violacei sul collo. Alzò una mano, indicandoli, ma poi non parlò di quelli. «Kate, non ce la faccio più» ammise, semplicemente.

Lei si sedette sul letto, sopra alle lenzuola. «Sto male» disse.

«Lo so» rispose lui. «L’avevo capito, grazie tante».

Kate si voltò verso di lui e lo scrutò con i suoi occhi di malachite, così distanti e così comunicativi nello stesso momento. «Non sento nulla. La coca mi aiuta, un po’. Quando ero... poco dopo aver cominciato a battere... mi tagliavo».

«Ha senso» disse lui.

«Già. Poi Bob l’ha scoperto e mi ha fatto passare la voglia. Non mi piace farmi fare del male... ma mi serve» mormorò, chinando la testa. Si passò una mano sugli occhi, asciugandosi bruscamente le lacrime. «Quando mi fai male e poi mi abbracci... per un po’ sono in pace».

«Ti abbraccio perché mi sento in colpa» spiegò lui, stancamente. «Non... non lo capisco, Kate. Quello che faccio, intendo. Non mi è mai piaciuto. Non sono mai stato...». Fece un gesto vago nell’aria. «Non sono mai stato come gli Zetas, hai presente. Faccio quello che devo. Non mi viene duro quando sparo a qualcuno. Mi fa schifo, Kate».

Lei gli posò una mano sopra alla mano. «Perché mi hai portata via? Sarei morta, sai».

Flint si strinse appena nelle spalle. «Già. Per questo. E poi anche... anche per quello che ti avevo fatto, no? La volta precedente. Ho pensato... no, non l’ho pensato, ma hai capito. Ho pensato che tu eri in down, eri scossa, forse terrorizzata, e hai lasciato... no, anzi, mi hai incoraggiato a farti male. Ed era, tipo... una richiesta d’aiuto, no? Ti ho fottuta, ti ho pagata e ti ho ributtata sulla strada. Così quando ci siamo rivisti mi sentivo un po’ in colpa. E forse volevo anche fartelo di nuovo, non lo so. Non lo so più».

«Penso che tu sia solo» disse lei, con precisione chirurgica.

Flint si voltò su un lato e chiuse gli occhi. «Già» disse.

«Vuoi dormire?».

Per qualche secondo, lui restò in silenzio.



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